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28.1.05

The Others

Urletti, c'mon e una cazzo di grinta mai vista da un bel po', che non ti fa nemmeno pensare che a livello voce non ci siamo per niente, o che comunque non è un cantato trascendentale. Una band che l'accompagna onesta, nulla di più. Però ripeto, una rabbia, un impeto incredibile che fa godere e apprezzare a pieno il lavoro di Dominic Masters e i suoi The Others.

Personaggio controverso, eccessivo e spudorato, che non fa mistero di un costante (ma moderato dice lui "...solo poche sere a settimana") consumo di crack, del suo compagno transessuale, dell'amicizia con Pete Doherty, di feste, bagordi, una pinta sempre in mano, paglia sempre in bocca, vestito come capita, stile, hype, attitude...

La scena di Londra ha bisogno di un gruppo del genere, di un personaggio simile, fin troppo convinto, anche perchè Pete Doherty non lo vedo in grado di durare ancora molto (opinione personale).

E il disco "parla" di serate di festa, elogio alle amicizie e ai fans, storie di tutti i giorni, il lavoro, le serate, rivendicazioni sociali... Non a caso i The Others hanno fatto parlare molto di loro quest'estate con i guerrilla gig, ovvero concerti improvvisati agli angoli di qualche strada o nei convogli della metropolitana.

C'è chi potrà obiettare che gli Others sono solo aspetto esteriore, apparenza ecc... E' quello che pensavo anche io, a forza di leggere interviste così spregiudicate... che fossero un fenomeno sapientemente costruito da loro stessi sull'eccesso per stupire e far parlare di sè. E può anche essere vero, perchè come ripeto, non trovo nulla di ipertecnico e sconvolgente nel loro disco. Però ci sono alcune canzoni che sono tiratissime per grinta e impeto, fatte di urli di rabbia e di frasi trascinate, distorte, quasi al limite della comprensione e del buon senso che sanno emozionarmi, scuotermi e coinvolgermi.
E' come se gli aspetti che io ritengo migliori di Sex Pistols e Libertines (gruppo che continuo a ritenere sopravvalutato) si fossero amalgamati in questo disco.

Le canzoni che a ora preferisco sono "Lackey", "Stan Bowles", "William" e "This is for the poor". Stan Bowles è un omaggio incredibile a Pete Doherty, senza il quale Dominic Masters e soci sarebbero ancora al pub o in qualche locale...





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