Image hosted by Photobucket.com

12.3.08

Gisele Bundchen Sex Tape

Se mai venisse stilata una classifica ufficiale dei sextape più cercati sulla rete, sicuramente quello di Gisele Bundchen e Tom Brady meriterebbe il primo posto: pare che sia assolutamente involontario!

Mi chiedo come abbiano fatto a non accorgersi di essere nel campo d'azione della telecamera di sorveglianza: ormai dovrebbero essere in grado di riconoscere un obiettivo, no?

Il boccone è così ghiotto dall'aver convinto un buon numero di testate scandalistiche a pubblicare dei clamorosi fake fatti con foto di repertorio, ma è solo questione di tempo perchè il video incriminato finisca in giro per la rete.

Report video

Etichette: , ,

23.10.07

Vini del Boss: Nuhar - Rapitalà e Nebbiolo Occhetti - Prunotto

Nuhar - Rapitala Blend 75% Nero d'Avola, 25% Pinot Nero.
Vino che non mi ha soddisfatto del tutto. Troppo disequilibrio percentuale. Al naso si avverte solamente il Nero d'Avola, che si apre potente con i suoi profumi inconfondibili, caldi e intensi.
In bocca equilibrato. Finale un po' cortino. Onesto. Dovessi dare i voti alla Robert Parker sarebbe un 80/100 (che è un voto abbastanza basso, di certo non paragonabile al 8.0 pitchforkiano). Tornando al vino in questione è proprio il tipo di blend che non mi convince. Il pinot nero, in percentuale così bassa e per di più assieme ad un vitigno notoriamente profumato, non ne esce tanto bene. A malapena si intuisce e questo avviene dopo un bel po' di tempo. In un'enoteca onesta lo trovate poco sotto i 10 euro.

Nebbiolo "Occhetti" - Prunotto Qui si andava sul sicuro. Bel colore rosso intenso, quasi granata. Al naso frutti di bosco, ciliegia ma anche vaniglia e liquirizia. In bocca è elegante, preciso, intenso. E' quello che mi aspetto dal vitigno più importante della nostra regione. Così è. Anche nel finale. A volte bevo dei nebbiolo talmente corposi e potenti da sembrare dei barolo, e per carità sono vini notevoli, ma falsano il concetto del nebbiolo, che deve essere un vino a forte componente frutto e dalla buona beva, schietta.
Il Nebbiolo "Occhetti" è uno di questi, ma ce ne sono anche altri di questa "tipologia"; Renato Ratti è forse quello che preferisco. Esempi di Nebbiolo strong o semibarolo (gergo mio non me ne vogliate) sono ad esempio quelli di Roddolo, Hilberg-Pasquero o Massolino. E con questo chiudo la parentesi su come trattare il vitigno.
Finiamo con il prezzo: 13-14 euro

Etichette:

14.10.07

Vini del Boss : Vino Nobile di Montepulciano - Asinone - Poliziano 2003

L'occasione era importante. così, finalmente, a cuor leggero, ho deciso di superare la mia soglia critica di prezzo, per bere un vino di cui avevo sempre sentito un gran bene.
Al nostro tavolo arriva quindi una bottiglia del famosissimo Asinone, Vino Nobile di Montepulciano. Anno 2003. Produttore Poliziano.
So che mi rivolgo ad un pubblico di esperti ed è quindi inutile che vi spieghi che il Vino Nobile di Montepulciano non ha nulla a che fare con il Montepulciano d'Abruzzo, e infatti non lo faccio.
Torniamo al vino. Poche volte al naso ho sentito un bouquet così particolare, senza essere complesso. Sono inebriato da tanto frutto: ciliegie, more, prugne, frutti di bosco in genere. Ma non solo. Si avverte anche menta, tabacco e cioccolato. Sono letteralmente estasiato.
Non avevo parlato del colore. Rosso importante, vivido, scuro anche per il fatto che non è un vino filtrato.
In bocca è corposo, caldo, un ottimo sangiovese (anche se da quelle parti lo chiamano prugnolo gentile). L'anno e mezzo di barrique quasi non si avverte. Non c'è un legno invasivo che ne copre il gusto. Ripeto: tanto frutto ma senza essere una marmellata o uno sciroppo come certi vini del nuovo mondo.
Ha tutte caratteristiche che tra loro sono un ottimo compromesso. Nessuna sovrasta l'altra ma anzi si amalgama piacevolmente. In più questo è un tipo di equilibrio dalla forte personalità.
Accompagnato con un'ottima entrecote di angus.

Nelle enoteche lo trovate sui 32 euro circa. Ieri l'ho pagato 38 al ristorante Birilli di Torino, segno di un ricarico onesto, non elevato.

Tre bicchieri ogni volta che esce. Forse il vino più buono che ho bevuto fino ad ora. (le degustazioni dove bevo pochi centilitri non contano)

Etichette:

22.9.07

In cucina col boss: tagliatelle al ragù con funghi e Pinot Nero

DSCN0891

Prendendo spunto da alcuni blog del giro che si sono messi (anche) a parlare di cucina (ma ricordandovi che da ste parti lo si faceva già mesi fa) eccoci qui intenti a goderci un eccellente primo: tagliatelle al ragù con funghi.

Veniamo al dunque. Ecco cosa serve:

- 3 etti circa di tagliatelle fatte in casa. La preparazione è semplicissima, perchè ce le ha fatte la nonna di girlfriend. Ma non sempre siamo così fortunati e dobbiamo chiedere alle nostre mamme.

- il ragù con una preparazione del tutto simile a quella di cui sopra.

Una volta in acqua bastano pochi minuti, circa 5.
Nell'attesa ho scelto il vino e ho fatto delle foto in sala, ma quest'ultima operazione è necessaria solo nel caso vogliate partecipare a questo post.

Il vino dicevamo. L'ideale sarebbe stato un nebbiolo di langhe non troppo prepotente, o un sangiovese in purezza abbastanza giovane secondo me. In casa mancavano, e quando sono uscito da lavoro l'enoteca era chiusa (ahh i ritmi della consulenza). Nel caso avrei comprato il Nebbiolo di Renato Ratti che dovrebbe prestarsi egregiamente all'accompagnamento della portata.
A questo punto sono uscito completamente dai miei schemi mentali e ho deciso di bere un pinot nero, vino particolare, complesso se vogliamo.

Il pinot nero in questione è la Riserva di San Michele Appiano 2003. Vino eccezionale su tutti i fronti, che non ha assolutamente patito il caldo 2003, ma forse in trentino tutto sto caldo non è arrivato. Un colore bellissimo, rosso brillante con unghia e sfumatura arancio. Al naso è interessante; i sentori sono quelli di sottobosco. In bocca è elegantissimo senza risultare piatto, un'eleganza austera. Il finale è complesso, si intuisce una vasta varietà di percezioni, dalla ciliegia al selvatico. In enoteca vi portate a casa questo vino con circa 13-14 euro se ricordo bene. L'ho comprato 4-5 mesi fa e non ne sono sicuro. In cantina può stare ancora qualche annetto se volete fare scorta.

Noi in sottofondo avevamo il TG5 ma faccio il figo fino in fondo mettendo 2 canzoni, perchè le tagliatelle erano così buone che in 6-7 minuti le abbiamo fatte fuori, e così la boccia di vino.

Spoon - My Little Japanese Cigarette Case
Les Savy Fav - The Equestrian

Etichette: , , ,

13.8.07

Vini del boss: Pomino Bianco - Marchesi de' Frescobaldi

Pomino Bianco dei Marchesi di Frescobaldi è il vino vincitore di questo weekend.
La concorrenza è stata agguerrita. In due cene ho avuto la possibilità di bere svariate bocce, tra cui una magnum di Champagne, un Berlucchi Cuvèe Imperiale, La Segreta Bianco di Planeta, Rosso di Montalcino Banfi e Pomino Bianco appunto.
Il blend Chardonnay e Pinot Bianco ancora non lo avevo provato. Particolare, fine. Una giusta sapidità e un profumo, finalmente equilibrato, di frutti tropicali.
Dico finalmente equlibrato perchè anche nei bianchi ormai c'è la tendenza a far uscire dei prodotti dai profumi così intensi che stordiscano. Non lo trovo il caso. Non voglio bere uno sciroppo.
Il Pomino Bianco riesce in questo intento, ovvero di far sentire gli aromi senza "ingolfare" il naso.
In bocca continua a essere convincente, scorrevole. Poco minerale, leggermente sapido.

Tra l'altro una bella bottiglia, e un prezzo affrontabile. Se ricordo bene circa 8 euro all'Esselunga.

Etichette:

3.7.07

Vini del boss: Cabernet Sauvignon - Mondavi (Woodbridge) 2004

Tre hamburger (di macelleria) in padella, che stavano facendo il loro lavoro. Fuori, un forte acquazzone si era appena esaurito, rinfrescando l'ambiente. Mancava solo un buon rosso, che ho subito preso dalla mia riserva personale. Ho subito pensato a un Cabernet Sauvignon del nuovo mondo, fortuna che avevo un Woodbridge di Robert Mondavi consegnatomi da gigi qualche mese prima.
Un 2004 non particolarmente alcolico con i suoi 13 gradi.
Tappo in silicone e voilà. come me lo aspetto. ovvero un colore intenso impenetrabile, molto profumato, facile beva e un finale breve ma discreto.
Il classico vino standardizzato che fa molto bene il proprio dovere. Non spicca per personalità.

Punti a favore: equilibrio, eleganza e morbidezza.

Prezzo: non so, penso poco sotto ai 10 euro.

Etichette:

21.6.07

Serata in langa. Nebbiolo - Flavio Roddolo - 2003

Ieri l'afa in città era oltre il livello di guardia. Logico che bere un rosso in tali condizioni sarebbe stato da collasso. E così per berlo, è nata l'esigenza di trovare una location adatta. Insomma, in poche parole, cercavamo un posto fresco. L'abbiamo trovato qui a Diano d'Alba, dopo aver scollinato un paio di volte, tra filari di dolcetto e nebbiolo, e dopo una discesa misto sterrato-ghiaia che sembrava non finire più.

Il fresco tanto agognato, pace assoluta e panorama spettacolare.

Finalmente c'erano i requisiti per bere un buon rosso. E'iniziata l'opera di brainstorming guardando la carta dei vini. Abbiamo deciso per un Nebbiolo di Monforte di un produttore che non conoscevo ancora: Flavio Roddolo. Prima di assaggiare il vino mi è stata raccontata la persona. Corpulento e schivo; di poche ma sagge parole, lente.

E il vino ha confermato i discorsi sentiti nell'attesa ordinazione-assaggio. Un vino dalla personalità forte; non uno di quei "nebbioli" buoni ma standardizzati, quasi anonimi. Questo di Roddolo si presenta subito importante al colore, che volge su toni mattone, tipico dei vini invecchiati bene. Al naso si apprezza per i toni di prugna ma non solo. Piuttosto complesso, e infatti si avverte altro, toni caldi (tipici dell'annata in questione, il 2003 dell'estate torrida, non ci dimentichiamo), di frutta cotta, di china. In bocca è deciso, sprigiona la potenza e l'elevata alcolicità (14,5%). Buono il finale.

Perfetto nell'accompagnare un buon risotto con salsiccia e noce moscata, valido anche con il coniglio al timo e tortino di patate.

In definitiva un nebbiolo che è quasi un barolo per certi versi, che stende dopo pochi bicchieri. Paga leggermente l'annata troppo calda, ma supera questo inconveniente con una spiccata personalità.

Si torna a casa contenti. Si ritorna nell'afa volentieri dopo una gita al fresco di questo tipo.

Alla prossima puntata in langa

Etichette:

16.6.07

31 Barolo per festeggiare

Ieri, per festeggiare la fine dell'insegnamento, ho dedicato il pomeriggio ad una degustazione di Barolo. Nell'enoteca regionale del Barolo era infatti in corso la presentazione dei Barolo 2003.
Nonostante il 2003 sia stato un anno tutto sommato negativo (estate esageratamente calda) ho partecipato ugualmente. Solamente in occasioni del genere succede di trovarsi davanti a 105 bottiglie diverse.

E così ne ho degustate 31.

Qualche precisazione:
- a 31 ho smesso, anzi a 32. Nel senso che dopo 31 assaggi e annotazioni ho deciso di degustare nuovamente quello che più mi aveva soddisfatto e vedere se mi dava ancora le stesse sensazioni. Così non era, o comunque non lo era come alla prima degustazione e così ho interrotto.
- ho cercato di essere il più serio possibile. Ho usato gli stessi parametri valutativi e cercavo, il più possibile, di non farmi condizionare dal "nome" che stavo bevendo.
- ho avuto la conferma che l'annata non è eccezionale. Tanti i barolo cotti che sanno di frutta macerata. Pochi i nasi balsamici.
- 2 i produttori le cui bottiglie erano già esaurite. Bartolo Mascarello e Gianni Voerzio
- Ho dato i voti alla Robert Parker e cioè in centesimi. Ho scritto note di tutti i Barolo assaggiati, ma qui nel post trascriverò solo quelle relative ai vini valutati oltre al 90. Se qualcuno fosse interessato alle note di quelli inferiori non ha che da chiedere.
- Tempo totale della degustazione: 2 ore e mezza. Sono entrato alle 15 e sono uscito alle 17.30
- Mi sono accorto di preferire i Barolo di Monforte
- Sotto l'85 finisce la soglia di soddsifacenza, sotto l'80 gli insufficienti

1) Conterno Fantino: bel colore intenso, naso eccezionalmente balsamico, potente, finale esagerato 93

2) Tenuta Carretta: (autentica sorpresa, produttore che conosco che ho sempre ritenuto buono, non eccezionale): naso particolare, ricco. A dispetto dei 13,5% (ossia non altissimo in gradazione) è parecchio potente, con un finale balsamico non esageratamente lungo. 91

3) Luciano Sandrone: naso balsamico, potente, tannini molto elevati, finale lungo. Vino che si può tranquillamente tenere in cantina per una decina d'anni 90 +
3) Massolino Vigna Rionda: un Barolo come piace a me. Naso molto intenso, equilibrato in bocca e finale lungo ma non troppo 90 +

5) Poderi Rocche dei Manzoni: gran naso balsamico, ben strutturato, finale lungo. Un Barolo già da bere 90
5) Domenico Clerico: Nonostante la bottiglia sia stata aperta per il mio assaggio, un bel naso balsamico. In bocca caldo al punto giusto senza essere cotto. Potente. Finale piacevolmente lungo 90

E ora i vini sotto il 90

7) Borgogno Giacomo e Figli 89
7) Cà Romé di Marengo 89
7) Castello di Verduno 89
7) Cavallotto 89

11) Boglietti Enzo 88
11) Elio Grasso 88
11) Tenuta Rocca 88

14) Cascina della Porta Rossa 87
14) Marchesi di Barolo 87
14) Renato Ratti 87
14) Giuseppe Rinaldi 87

18) Gian Piero Marrone 86
18) Poderi Marcarini 86
18) Prunotto 86
18) Vietti 86 (mi aspettavo di meglio)

22) Fratelli Alessandria 85
22) Gigi Rosso 85

24) Damilano 84

25) Oberto 83

26) Fratelli Oddero 82

27) Chiarlo 80
27) Parusso 80

29) Poderi Colla 79

30) Paolo Conterno 78

31) Gabutti 75

Etichette:

23.5.07

Sideways - ma da solo


Oggi approfittando di un rarissimo mattino senza incombenze lavorative mi sono dato all'enoturismo.

E come il protagonista di Sideways ho scoperchiato il mio cabrio e mi sono avviato inizialmente verso le terre del Barbaresco. Ok lui andava in Napa Valley ma i 3 comuni* del disciplinare Barbaresco non hanno nulla da invidiare a quella parte di California che ancora non ho visto**.

Complice la nuova autostrada, dopo un quarto d'ora dalla partenza, c'è il bivio Barbaresco 3 km e mi inerpico sulla dolce collina dai gradevoli tornanti.

La giornata è splendida. Sono passate da poco le nove. Il cielo è terso, c'è il sole ma non c'è ancora l'afa. Il tempo di una sigaretta e parcheggio a pochi metri dal colosso Gaja, produttore di cui non ho mai bevuto nulla (per evidenti limiti di portafoglio), ma il vederne la sede e la residenza mi ha suscitato un certo effetto.

Barbaresco è come me lo aspetto. Piccolo e curatissimo, tranquillo. Sembra sospeso in un clima spazio-temporale a sè stante (come d'altronde tutti i comuni "del vino" che visiterò in giornata). Le poche persone che incontro bagnano i fiori o vanno in posta. Io mi inoltro nella sede dei "Produttori del Barbaresco", cantina sociale che mi ha dato tanta soddisfazione in questo inverno. Mi informo sulle riserve, sull'annata 2004 (che per i Produttori esordirà a ottobre) e compro un Nebbiolo 2005.

Ancora qualche passo lungo la brevissima via principale ed è ora di ripartire.

Scendo verso Alba attraverso Treiso e Trestelle. Una discesa magnifica. Attorno a me un paesaggio incredibile, spezzato solo da qualche furgoncino o trattore di coloro che stanno lavorando nei filari.

In alcuni vigneti vedo campeggiare le effigi di produttori storici e importanti. Arrivo ad Alba e decido di proseguire lungo le strade del Barolo, ovvero i dodici comuni del disciplinare. Di solito quando faccio questo percorso ho fretta, perchè sono appena uscito dalla scuola di Alba e mi dirigo direttamente a Barolo.

Oggi non è così. Invece che proseguire dritto fino al capolinea, svolto a sinistra in direzione di Serralunga d'Alba. Intravedo il bellissimo castello quando mancano ancora 5 kilometri a destinazione. Inutile dire che anche in questo caso il paesaggio è magnifico. Le zone del Barolo e del Barbaresco, in questo periodo dell'anno, non hanno nulla da invidiare alle zone del Brunello o del Chianti.

Mastodontica è la sede di Fontanafredda che si intravede subito dopo la deviazione, a sinistra, quando la salita deve ancora iniziare. Poi si sale su. Un'altra fotocopia bellissima delle sensazioni appena provate. Mi fermo in paese qualche istante, ma stavolta nè assaggi nè acquisti. Oltrepasso Serralunga e ora la direzione è Monforte. Di nuovo produttori famosi di qua e di là, come Pira, ma è in paese che ci sono le indicazioni su come arrivare alle varie cantine Conterno***.

Dei paesi finora visti Monforte mi sembra il più "turistico" (con tutte le virgolette del caso perchè non c'è nulla fuori luogo, sfarzoso o eccessivo). Negozietti che espongono tipicità e una minuscola ma ricchissima enoteca dalla quale esco con una delle poche Barbera d'Alba che mi piace; quella di Renato Ratti.

La spesa per una bottiglia di Barolo è sempre alta, così quando arrivo a Barolo mi fiondo nella splendida enoteca regionale del Barolo, dove degusto due 2001, quello dei F.lli Barale, e quello di Ca'Rome'. Due Barolo vecchio stampo, niente barrique, naso vegetale, eleganti e lunghissimi, dal colore splendido. L'ultimo dei due veramente eccezionali, ma 40 euro (prezzo onesto) sono ancora troppi per le mie tasche. Qualche parola con l'addetto dell'enoteca e si ritorna a casa felici e soddisfatti.

Durante la gitarella ho ascoltato alcuni classici del 2005 che avevo pronti nel lettore: Band Of Horses, Built To Spill, Mates Of State e Raconteurs.

Il 2005 in langa sembra essere stata una buona annata. Dai produttori me l'hanno paragonata al 2001. Staremo a vedere.

* I comuni in realtà sarebbero 4 dato che una piccola frazione di Alba è compresa nel disciplinare. Per me però i comuni sono 3: Barbaresco, Neive e Treiso

** In realtà di California non ho visto nulla, non solo la Napa Valley

*** I Conterno sono tanti, Aldo, Giacomo, (Giovanni non c'è) e Fantino Conterno

Etichette:

30.4.07

I vini del boss: Contado - Di Majo Norante - 2003

Il vino ideale per le braciolate? Forse sì. Il Contado di Di Majo Norante è un aglianico, è un 3 bicchieri, e costa poco più di 7 euro. Ottime le premesse prima dell'acquisto, tutte confermate.

E' un vino pieno e carico già alla vista, per il suo rosso intenso. Al naso è gradevole e ricco, ma è in bocca che il Contado è esaltante: robusto e concentrato senza essere eccessivo. Bevibilissimo ed estremamente piacevole.

Il vitigno aglianico mi soddisfa sempre di più. Ha ormai superato (tra i vitigni autoctoni del meridione) i vari Nero d'Avola, Primitivo ecc...

Acquisto che sarà immediatamente ripetuto

Etichette:

12.4.07

Vini del Boss: Chianti Classico - Cecchi - 2005

Torno a bere un Chianti dopo alcuni mesi. Il produttore è Cecchi; molto retail lo so, però l'offertone del Pam era invitante (meno di 5 euro contro i 7.50 del prezzo pieno) e non ho saputo resistere.

Versandolo, il colore mi ha stupito. Ultimamente mi erano passati sotto gli occhi dei rossi dal colore molto intenso, con toni rubino. Questo Chianti invece è di un bel color granata che non si disperde molto verso l'unghia del bicchiere.

Al naso si rivela timidamente, senza sopraffare, con un bouquet di frutti di bosco e ciliegia.

Si beve con disinvoltura, in quanto abbastanza morbido e facile. Non ha molto carattere; in definitiva al prezzo scontato di questi giorni non è malvagio. Con l'equivalente del prezzo pieno sono convinto che in Toscana ci sia di meglio, sia nel Chianti che in blend come Morellino o in un Carmignano.

Etichette:

5.4.07

Vini del Boss: Rubio - San Polo - 2005

Dopo qualche delusione sui sangiovese in purezza giovani (nessun problema con i Brunello e i Chianti per intenderci) ho deciso di riavvicinarmi, fondamentalmente per capire se il mio gusto era rimasto costante nel tempo, o se i (pochi) precedenti sangiovesi potevano essere difettosi in qualche modo.

Ecco quindi la scelta del Rubio, sangiovese in purezza del 2005 da Montalcino.

I dubbi precedenti non li ho risolti, però non mi ritengo più così avverso a questo vitigno quando è giovane. Il vino in questione è equilibrato nelle sue debolezze; naso debole ma onestro, poco persistente in bocca ma gradevole.

Fino a sabato 7 aprile si trova scontato all'Esselunga a 5 euro e monetine.

Etichette:

15.3.07

Vini del boss: Cabernet Sauvignon - Manzanita - 2005

Quando bevendo un cabernet sauvignon si viene conquistati appena lo si assaggia c'è qualcosa che non va. E' il caso di questo Manzanita Creek che sembra quasi un Merlot, nel senso che è importante al naso, ma scarso in struttura ed equilibrio; e infatti subito ne sono rimasto affascinato, dopo qualche secondo invece cominciava a perdere punti.

Giudicato a sè è comunque un vino più che positivo, a sminuirlo è stato il ricordo di altri cabernet sauvignon californiani mentre lo bevevo.

4 euro al bicchiere al VinCafè di Alba.

Etichette:

Vini del boss: Greco di Tufo - Feudi San Gregorio

Torna l'appuntamento con i vini e torno a bere una bottiglia dei produttori Feudi San Gregorio. In attesa dei rossi blasonati (e cari) Taurasi, Serpico, Patrimo e Rubrato mi dedico ad un bianco, il Greco di Tufo.
A differenza dei bianchi bevuti di recente questo si presenta alla vista con un colore giallo vero e proprio, quasi dorato. Al naso non è molto intenso, ma sono comunque gradevoli i profumi floreali. Si rivela e si "libera" in bocca; è pieno, particolarmente sapido e minerale, caratteristiche che ne fanno un vino adatto ad accompagnare (quasi) ogni portata.
Quasi una bottiglia (in due) è stata scolata durante il primo, un piatto di calamari Gragnano con pomodori pachino. Il bicchiere avanzato ha accompagnato egregiamente alcuni saltimbocca alla romana.

In definitiva un buon vino, un bianco importante. Poco sotto i 10 euro all'alimentari sotto casa mia.

Etichette:

6.3.07

Vini del boss: Altavilla della Corte - Firriato - 2004

Torna dopo qualche giorno l'appuntamento con i vini. La pausa non è dovuta all'astensione dall'alcol, ma semplicemente dal poco tempo per postare. Qui si continua a bere, a provare vini nuovi, a farsi conquistare e alle volte a essere delusi.

Con l'Altavilla della Corte rosso le sensazioni sono state più che positive. Sintetizzando e banalizzando: si tratta di un blend 75% nero d'avola e 25% cabernet sauvignon; il nero d'avola porta il suo carico di profumi, il cabernet sauvignon dona struttura ed equilibrio.

Bevuto una decina di giorni fa. Ha accompagnato egregiamente un pasticcio di carne in crosta. Piaciuto e apprezzato anche da parte dei miei commensali.

Fino a domani (compreso) si trova in offerta all'esselunga a poco più di 6 euro anzichè 8. Ho fatto una miniscorta di tre bottiglie.

Firriato, l'azienda produttrice, è una tra le siciliane più importanti. Addirittura Cantina dell'Anno (non so per chi ma l'ho letto diverse volte); sempre nella "scuderia" Firriato c'è il miglior vino d'Italia sotto i 20 euro (al momento non mi ricordo nè il vino nè chi ha conferito il premio, ma sono notizie che fanno capire l'importanza dell'azienda).

Inoltre Vinzia la "co-titolare" è a mio avviso la donna più bella dell'enologia italiana. Questo non centra nulla con le caratteristiche del vino, ma quando si scorre l'esposizione dello scomparto siciliano in un'enoteca o in un supermercato le immagini vengono alla mente...

Approfondite qui

Etichette:

24.2.07

Vini del boss: Est! Est! Est! - Falesco - 2006

Ritorna l'appuntamento con la casa vinicola Falesco. Ieri serviva un vino bianco per aperitivizzare prima di una spaghettata alla carbonara. Ho deciso quindi un vino idealmente e geograficamente non troppo distante dal piatto in questione, in modo da traghettare bene i miei sette commensali.
La scelta si è rivelata vincente. Le due bottiglie sono state scolate e apprezzate in poco tempo. Ok che si è trattato di nemmeno due bicchieri a testa, ma ripeto, giudizi positivi. Molto floreale al naso e molto "fresco", d'altronde è stato imbottigliato poche settimane fa. A differenza dei bianchi bevuti in precedenza questo non presenta una componente preponderante, ovvero non è sapido come alcuni siciliani, non è "minerale" come alcuni bianchi del nord. La beva è ottima e il vino si presenta molto equilibrato e piacevole. Faccio dei confronti perchè sui bianchi non riesco ancora a buttare giù dei giudizi profondi (non che sui rossi sia un esperto).

In offerta all'Esselunga ancora per una decina di giorni mi pare attorno ai 3-4 euro. Ne comprerò altre bottiglie.

Etichette:

19.2.07

Vini del boss: Aglianico del Vulture - D'Angelo - 2003

Il rosso della Basilicata per eccellenza che finalmente bevo dopo tanta curiosità e molte aspettative. Qualche conferma l'ho avuta. E' un vino invecchiato che tanto tempo ha trascorso tra legna e vetro. Il legno se lo porta dietro con i tipici sentori dell'invecchiamento. Al naso infatti è inconfondibile l'odore di liquirizia. Lo bevo. E' aggressivo, robusto, audace e corposo. Un vino da accompagnare ad un piatto importante, un vino che va bevuto con calma, a piccoli sorsi. Un vino che mi è piaciuto molto. Il prezzo non me lo ricordo più con esattezza perchè comprato qualche mese fa. Mi pare comunque attorno ai sette-otto euro all'Esselunga. Lo ricomprerò presto!

Etichette:

Vini del boss: Zinfandel - Gallo - 2004

Credevo che lo (il) syrah fosse il vino più profumato in assoluto. Devo ricredermi o quasi, nel senso che questo zinfandel (primitivo il nome dello stesso vitigno cresciuto su suolo italico) mi ha dato subito alla testa per il bouquet emanato. Fiori e frutta con prevalenza di ciliegia e frutti di bosco entrano subito al naso. Di beva facilissima nonostante i 14 gradi. Vino non eccezionale. Scorre in fretta lasciando il palato quasi indifferente. Non tiene, non dona equilibrio. Gli americano lo spacciano per un vino da abbinare a un piatto di pasta, io lo consiglerei esclusivamente dopo cena. Poco meno di 5 euro alla Coop.

Curiosità: sul retro c'è scritto Canada only... mah

Etichette:

15.2.07

Vini del boss: Vitiano - Falesco - 2005

Equilibrato. Questa è la caratteristica principale di questo assemblato di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot in parti uguali. E' una caratteristica molto positiva. Non svetta l'alcol, non è acido, non è eccessivamente profumato, non sa di legno. E' un vino che si ricorda perchè accompagna bene i cibi, perchè non lo si critica, perchè si beve facilmente, perchè non costa molto (sei euro al Leclerc Conad). Un vino che mette d'accordo tutti senza esaltare nessuno.
Sta bene anche in foto

Etichette:

11.2.07

Vini del Boss: Nobile di Montepulciano - Avignonesi - 2003

Vino eccezionale al naso. Si fa apprezzare tantissimo per i sentori di pepe e tabacco.
In bocca è caldo, pieno, robusto ed elegante al tempo stesso. Toni fruttati emergono solo con l'assaggio e la cosa sinceramente mi ha sorpreso (essendo abituato a vini abbastanza modesti i cui aromi sono pressochè gli stessi al naso e in bocca) Buono il livello di acidità. Finale lunghissimo. Siamo attorno ai 15 euro, ma sono soldi ben spesi.

Etichette:

Vini del boss: Morellino di Scansano - Erik Banti - 2005

Da disciplinare del Morellino di Scansano si legge che il vino in questione deve essere ottenuto da una forte base di Sangiovese con aggiunta di uve (della provincia di Grosseto) per un massimo del 15%.
Il Morellino di Scansano Erik Banti si presenta con questo 15% composto in parti uguali da Cabernet e Merlot. In questo modo si attenua l'importante acidità del Sangiovese a vantaggio dei profumi e della maggior morbidezza tipici di Cabernet e Merlot. Un vino quindi equilibrato ma piacevole al naso e con una buona bevibilità, un vino che colpisce senza essere aggressivo.
Si accompagna quindi molto bene ad un primo importante. Quello di Erik Banti è forse il Morellino più conosciuto. Si trova facilmente nella grande distribuzione ad un prezzo di 8 euro circa.

Etichette:

6.2.07

Vini del boss: Merlot - Lamberti - 2005

Merlot in purezza, uno dei primi che mi capita di bere (a memoria). Di solito il merlot è una componente fondamentale per i blend più prestigiosi. Questo merlot si presenta di un bel colore rosso rubino, lucente e luminoso. Al naso sprigiona toni vegetali particolarmente intensi. In bocca invece non è cosi' intenso. Si beve bene per il giusto grado di acidità, acidità che ne facilita l'accostamento a salumi e primi importanti, però il gusto non è affatto gratificato, soprattutto dopo il naso così ricco.
Poco sotto i cinque euro nella grande distribuzione. In definitiva vedo meglio il merlot negli assemblati.

Etichette:

25.1.07

Vini del boss: Nero d'Avola - Rapitalà - 2005

Nero d'Avola in purezza del 2005, giovane quindi. Lo si vede dal colore rosso intenso ma dai riflessi brillanti. Al naso esprime i suoi profumi tipici, ovvero fruttato di ciliegia, di confettura.
Lo bevo. E' "caldo", non so come rendere meglio, è vivo, protagonista. Ha una giusta acidità che lo rende bevibile a pasto, soprattutto con un primo gustoso e saporito. L'acidità inoltre pur essendo intensa, passa in fretta.

In offerta all'Esselunga* fino al 7 febbraio a poco meno di 4 euro. Prezzo decisamente onesto.

* Qui non si vuole fare affatto pubblicità all'Esselunga. Il prossimo vino proverrà da un'enoteca o da un Leclerq, da un Pam o da una cantina sociale

Etichette:




eXTReMe Tracker

Track referers to your site with referer.org free referrer feed.