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2.3.05

Perchè Sanremo è Sanremo

Lo ammetto: la curiosità di vedere Bonolis (uno dei pochi personaggi che apprezzo della tv) alla guida del Festival mi ha fatto sintonizzare ieri sera su rai uno. Del festival ho pochi ricordi recenti anche perchè per scelta e per altri motivi non guardavo una puntata dall'edizione 2001, di cui comunque ricordo poco, se non che c'erano i Quintorigo con una canzone che ha causato la mia inversione di gradimento nei loro confronti, da simpatizzante a deluso...
Fatto sta che mi aspettavo una conduzione brillante, spumeggiante e invece l'ho trovato esagerato nelle ovvietà e insistente in alcune gag che potevano andare bene ai tempi in cui riceveva le telefonate delle casalinghe ciociare o dei vecchietti che dovevano fare lo sketch elvis the pelvis in the memphis. D'accordo, il festival è il carrozzone nazional popolare, ci cantano peppino di capri, cutugno e paola e chiara, non ci sono gli Interpol e i Mars Volta, quindi può anche andare bene per chi è casa e si vuole fare la grassa risata tra una canzone e l'altra. Certo è che chi fa critica è di solito qualcuno che vuole sempre qualcosa in più, e questo qualcosa oltre a essere innovativo, deve essere pacato, non urlato, ineccepibile.
E quindi quasi ogni critica che ho sentito e letto penso di condividerla, con una piccola parentesi conclusiva. Penso che in Italia, a oggi, non ci sia nessuno in grado di ottenere consenso unanime: dai criticoni, alla casalinga di Voghera...Questo soprattutto per il fatto che ci si aspetta pefezione, perchè l'evento è il più importante (tristezza) della televisione italiana, e addosso c'è una pressione che poche volte si può provare in quell'ambiente (credo)... Forse un giusto compromesso sarebbe una conduzione di più persone, anche solo per dividere poi i demeriti il mattino dopo...




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