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19.9.06

Tunnel Sound Station

Nei minuti che precedono l'inizio di un concerto, a volte mi capita di chiaccherare su vari argomenti collegati al tema musicale. Spesso ci si lamenta* dei locali che solitamente ospitano le date milanesi, apparentemente impegnati in un gioco al massacro su quale abbia la peggiore acustica possibile. Per fortuna poi qualcuno pronuncia la formula magica, "...e poi c'era il Tunnel!", quasi un sospiro che ha il dono di provocare sguardi sognanti.
"Al Tunnel ho visto per la prima volta i [riempire a piacere]!" è una frase che ho sentito spesso e, non avendo avuto occasione di andarci prima della sua chiusura datata 2001, mi domandavo come potesse essere questa piccola realtà tanto rimpianta.

Sabato scorso ho finalmente varcato la soglia del Tunnel Sound Station, in occasione della festa per la riapertura: una fantastica ammucchiata di generi differenti, regalata da una folla di geniali loschi figuri. Dopo un paio d'ore di cambi istantanei ai piatti scherzavo sul fatto che all'appello mancavano solo polka, gabberhouse e canti gregoriani.
Il caldo infernale e l'umidità tropicale ci hanno fatto osservare gli immobili ventilatori sul soffitto quasi fossero icone sacre, ma questo non ha levato nulla alla bella esperienza, contraddistinta da un bel clima danzereccio "da cameretta", quasi una festa delle medie ma con cuba al posto delle amarissime aranciate.
Spero che nel fitto programma trovino presto spazio concerti** e showcase, .
Bentornato Tunnel!

Trivia: la "marchiatura del bestiame" all'ingresso viene fatta con inchiostri UV sensibili (se esci per fumare una sigaretta poi ti passano con il luminol, manco fossi un cadavere in csi) che permettono simpatici scherzi ad amici inconsapevoli.

*: la lamentela musicale è indie, almeno quanto lo è la timidezza.
**: di quelli che garbano a chi scrive e legge queste pagine.


cru7do aka iDop(e)




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