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3.12.07

My two cents on censure natalizie

Mentre la maestra inglese dell'orsetto maometto se ne torna a casa con i trudini nel sacco, il nostro laicissimo paese si distingue nuovamente per l'ennesimo fatto ridicolo: la Red Bull - ricevuta una vivace richiesta da parte di un prete di Menfi - ha cancellato il proprio spot natalizio.

La motivazione? Fornirebbe una rappresentazione blasfema della sacra famiglia, data l'improvvida presenza di un quarto magio (oro, incenso, mirra e red bull, questo il messaggio) e lo svolazzamento di angioletti sbevazzanti la celebre bevanda energetica.
"Malgrado gli intenti ironici della Red Bull e degli autori dello spot è stata intaccata la Natività, e con essa la sensibilità dei cristiani" dichiara Don Marco Damanti (mi chiedo se con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno).

Reazioni estemporanee:
1 secondo dopo: "Certo che questo tizio ha davvero tanto tempo libero!"
5 secondi dopo: "Probabilmente non si ricorda più dello spot sperlari in cui parlavano di portare al messia un mazzo di fiori..."
15 secondi dopo: "Strano che non trovi blasfemo l'intero periodo di dicembre: sta sulle balle a me solo per il fatto di dover scansare per strada le migliaia di partecipanti all'orgia consumistica natalizia. Mah..."
30 secondi dopo: "Probabilmente in tutti questi anni non si è reso conto di cosa stesse succedendo alla sua cara natività, dato che era impegnato a debellare la mafia dal suo territorio..."

Non credevo che qualcuno potesse entrare in competizione con il moige.

Adesso mi impunto anche io: cara Red Bull, o rimetti in onda quello spot senza alcuna modifica, oppure puoi contare un cliente in meno.

(per fortuna esiste il Guaranito!)

cru 7 do

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