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3.4.05

Calciatore del sabato

Anzi di un sabato. Ieri. Dopo 15 mesi circa ritorno al calcetto. Le intenzioni sono buone. Corricchiare un po', fare qualche scambio, muoversi. So che devo andarci piano. Il fisico è quello che è, ovvero modellato male su quello di una decina di anni fa. Le migliaia di sigarette fumate, e gli ettolitri di alcolici assunti dopo la fine di anni di seria e agonistica attività sportiva si fanno sentire. Una doppia matrioska, con uno strato che riveste la pancia e un altro i polmoni. Un bello schifo.
L'ultima paglia è spenta circa otto secondi prima del calcio d'inizio. Seguono quindi cinque minuti di personale furore sportivo. Mia doppietta e due a zero. Bella lì. Il bonus è però esaurito. Arranco con passo pesante e in testa penso ad una sbagliata preparazione fisica invernale. Nei restanti cinquanta minuti il tracollo. Da segnalare solo più una rete a porta vuota, un palo e alcune interessanti rimesse laterali. Nei turni in porta un disastro; intuisco dove può essere calciata la palla, ma quando mi muovo per prenderla è già a metà campo per la ripresa del gioco. Il tracollo è anche della squadra... Da più due a meno cinque in una manciata di minuti, quasi tutti in contropiede. Intanto i ragazzini del turno dopo scalpitano. Ci dicono che l'ora è trascorsa e posso finalmente trascinarmi fino alla panchina per accendermi il camelotto squarcia polmoni...




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